Il Basilico

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  1. myaxx
     
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    (Ocymum basilicum) e' una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Labiate, originaria dell'Asia e poi diffusasi in tutta Europa. Il fusto eretto e ramificato, la cui altezza varia dai 20 ai 60 cm., ha foglie ovoidali lanceolate di colore verde intenso nella parte superiore e verde-grigio in quella inferiore, e, da giugno ad agosto, presenta fiori piccoli di colore bianco riuniti in spighe. E' una pianta che puo' essere coltivata facilmente in vaso, purche' collocata in posizione soleggiata ed innaffiata regolarmente, proteggendola nei mesi piu' freddi (per far crescere la piantina in modo vigoroso e' bene asportarne via via i germogli apicali).

    Esistono diverse varieta' di basilico, ma le piu' note sono:
    - il genovese, dal profumo intenso e penetrante, al quale e' stato riconosciuto la denominazione D.O.P.;
    - il napoletano, dal profumo piu' delicato ed un lieve sentore di menta;
    - il fine verde compatto, con foglie piccole;
    - il mammouth, con foglie larghissime che si prestano all'essiccazione ed al congelamento.
    Esclusivamente coltivate a scopo decorativo sono invece le varieta' colorate, quali il basilico dalle foglie rosse dentellate e quello opale scuro.

    L'aroma e' dolce e fragrante: le foglie piu' profumate sono quelle giovani, mentre le piu' vecchie tendono ad avere un sapore piu' piccante. Anche se fresco e' indubbiamente il modo migliore per apprezzarne il gusto, il basilico puo' essere conservato sott'olio (al quale e' consigliabile aggiungere anche qualche grano di sale grosso), oppure con l'essiccazione (le foglie vanno prima lavate delicatamente, fatte essiccare in un luogo buio ed asciutto e tenute in un vasetto di vetro) o con la congelazione (dopo essere state lavate, le foglie si "impacchettano" nella carta stagnola e si conservano all'interno di un contenitore nel freezer per circa sei mesi): quest'ultimo e' senz'altro il metodo migliore per mantenerne meglio l'aroma.

    In cucina, il basilico e' tra le erbe piu' usate, e rappresenta il principale ingrediente base del pesto alla genovese, il piatto tipico della Liguria (pestato nel mortaio libera tutto il suo aroma, sprigionandone gli oli essenziali contenuti nelle sue foglie); e' ottimo anche nella preparazione di minestroni, frittate e sughi a base di pomodoro (come per la maggior parte delle erbe aromatiche, va aggiunto a fine cottura), nelle insalate ed in genere con verdure (aggiunto crudo e spezzettato a mano, in quanto l'uso del coltello ne farebbe perdere gran parte del sapore e della fragranza) e nel confezionamento di oli ed aceti aromatizzati.

    Per quanto riguarda le virtu' terapeutiche, il basilico ha proprieta' stimolanti ed antispasmodiche (e' ottimo per i crampi), diuretiche, tonico-digestive (riduce l'acidita' di stomaco), antisettiche ed antinfiammatorie (combatte l'alitosi e le infiammazioni del cavo orale); inoltre, l'olio essenziale di cui il basilico e' ricco, allontana mosche e zanzare.

    Edited by myaxx - 2/7/2010, 17:12
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    Quest'anno ho seminato una bustina di basilico + 10 piantine comprate al vivaio...

    Ho sperimentato che le bustine non le comprerò mai più poichè i semi vengono mangiati quasi tutti dalle formiche e durante la germinazione quelle poche piantine che restano diventano cibo per le lumache (l'80-90% di quelle attecchite). Mai più!

    Quelle comprate già cresciutelle invece sono cresciute bene e senza infestazioni parassitarie.
     
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    Il Basilico
    Pianta erbacea, originaria dell'India e dell'Indonesia, dal caratteristico odore, si usa come per condimento ai cibi, nella medicina Ayurvedica, in erboristeria e in cosmesi

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    Il basilico (Ocimum Basilicum), appartiene alla famiglia delle Lamiacee (labiate), le foglie presentano un colore verde intenso sulla parte superiore e verde grigio in quella inferiore. Il termine “basilico” deriva dal greco Basilikos che significa “erba degna di re”. Coltivato in tutte le parti del globo, ricco di olii volatili che variano in composizione all'interno della stessa specie e in relazione alle condizioni di crescita. Le foglie più profumate, dolci e fragranti, sono quelle che si raccolgono poco prima della fioritura, poiché contengono una maggior quantità di sostanze oleose che ne determinano l'aroma, mentre le foglie più vecchie tendono ad avere un sapore più piccante.

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    Storia e Tradizioni del Basilico

    Il Basilico era già noto al tempo degli egizi, che lo impiegavano, con altre essenze, durante le cerimonie religiose. Sembra che fosse usato anche come ingrediente nella fabbricazione del balsamo per la mummificazione. Nel Medio Evo, gli si attribuivano poteri magici, era utilizzato come difesa contro il “basilisco”, creatura mostruosa dalle sembianze di serpente velenoso. Il Basilico - o Bassilico - trova le sue origini nelle lontane India e Indonesia. Probabilmente, fu introdotto in Europa prima dai greci e successivamente dai romani, tramite le rotte commerciali che attraversavano il Medio Oriente. Presso i romani era considerato il simbolo degli innamorati, ma veniva usato anche come erba aromatica in cucina. Apicio lo nomina in una ricetta con i piselli. In Inghilterra lo incontriamo intorno al XVI secolo, mentre in America si dovrà attendere il XVII secolo prima di potere fare la sua comparsa.
    Nel suo paese d'origine - l'India - l'impiego del basilico in cucina è piuttosto ridotto. Un tipo di basilico, l'Ocimum Sanctum - il famoso “Tulsi” - è considerata una pianta sacra dedicata a Vishn e Krishna, e i suoi semi sono utilizzati per la fabbricazione dei mala, sono consumati dalle persone che praticano una dieta vegetariana o aspirano a uno stile di vita più puro. Nell'ayurveda, la medicina tradizionale indiana, il basilico è utilizzato per la cura di molti disturbi. In India si usa piantare il basilico per vedere se verificare la salubrità di un terreno: la buona crescita della pianta battezza un luogo o un terreno come decisamente salubre. Si ritiene, inoltre, che la presenza del basilico, o meglio del Tulsi, può scacciare gli spiriti maligni e attirare le benedizioni divine. Le foglie vengono utilizzate durante le cerimonie religiose in favore di Vishnu, specialmente quelle in favore del benessere della famiglia.

    In India una pianta di basilico coltivata davanti casa, tiene lontano gli insetti pericolosi, ma un profondo conoscitore delle tradizioni indiane vi dirà che è sintomo della cultura e delle inclinazioni religiose della famiglia. Il terreno circostante la pianta, viene concimato solo con sterco di vacca, animale considerato sacro in India. Nelle case più ricche vengono coltivate diverse piante di tulsi, in modo da formare un piccolo boschetto sacro denominato tulsi-van o vrindavan. Le sacre scritture indù invitano a guardare il tulsi non come semplice pianta, ma come una rappresentazione naturale del dio Vishnu o Krishna. Chiunque abbia avuto occasione di fare un viaggio in India avrà certamente notato che moti fedeli utilizzano una serie di sferette di legno legate insieme da una funicella (Mala), e che ricordano i rosari cattolici: le palline sono fatte con i semi di una pianta sacra, il basilico indiano, i mala di tulsi. Per comprendere il rispetto che gli indù hanno per questa pianta, vale la pena spendere qualche parola, per ricordare che gli inglesi, quando volevano obbligare un indiano a giurare - e non avendo un equivalente alla Bibbia - lo facevano giurare sul tulsi.

    In Occidente il basilico è simbolo di fertilità. Boccaccio narra la storia di Lisabetta che, dopo aver nascosto la testa del suo innamorato dentro il terriccio di un vaso di basilico, lo innaffiava con le proprie lacrime. Di tutt'altro avviso è Van Helmont (1577-1644), dottore fiammingo, il quale sosteneva che il basilico lasciato tra due mattoni si trasformava in uno scorpione.

    Uso del Basilico

    Il basilico è una pianta annuale adatta a climi temperati e non sopporta il gelo. Può raggiungere un'altezza di 30-40 centimetri. Una caratteristica interessante e curiosa, è che il basilico, se coltivato in un ambiente avverso, tende a perdere le sue caratteristiche principali, diventa grasso e duro, perde il suo caratteristico profumo dolce e delicato per assumere toni forti e duri. A Genova - dove il basilico viene coltivato su vasta scala, in serre con temperature ed umidità tropicali - la raccolta viene fatta quando la pianta raggiunge un'altezza massima di dodici centimetri, in modo da ottenere il meglio delle caratteristiche organolettiche. I genovesi sono molto esigenti in fatto di basilico. In Liguria è tradizione coltivare il basilico in vasi di terracotta posti nei balconi delle case. Riassumendo: il basilico migliore è quello coltivato in condizioni di agio e consumato giovane.



    Non si possono fare paragoni tra l'aroma del basilico fresco e quello secco. Il basilico fresco può essere conservato per un breve periodo in frigorifero, ma il modo migliore per conservarlo è senz'altro a bagno nell'olio. Secondo la tradizione italiana, si prendono le foglioline di basilico lavate e asciugate, si sistemano su un vaso ricoperte da un pizzico di sale, quindi si procede, allo stesso modo, con uno strato successivo di basilico, una spolverata di sale, un altro strato di basilico e così via fino a riempire il vaso. Quando il vaso è pieno, lo si riempie con olio d'oliva fino a coprire il tutto, si chiude bene e si conserva in un luogo fresco o in frigo al riparo dalla luce diretta. Con questo sistema si può conservare il basilico per un tempo molto lungo senza perdere le sue qualità organolettiche, anche se con il passare del tempo le foglie tenderanno a diventare nere. Inoltre, il basilico conservato secondo questo sistema è ideale per preparare il pesto alla genovese.

    Il basilico non è certamente un ingrediente caratteristico della cucina nord europea. Per trovarlo bisogna andare verso sud, in Italia, in Grecia e nei paesi del Mediterraneo. L'impiego più affascinante del basilico in cucina, forse si trova nella preparazione del pesto genovese, che in varie espressioni, è tipico di tutta la riviera da Genova fin oltre confine, in Provenza, dove prende il nome di pistou. La ricetta del pesto prevede l'utilizzo di basilico, aglio, sale, olio d'oliva, pecorino sardo e/o parmigiano, pinoli o noci sbucciate, il tutto pestato in un mortaio fino a ottenere una salsa densa. Da notare che alcune varianti del pesto non prevedono l'uso dell'aglio. In Italia - dove ormai è conosciuto in tutte le regioni - viene utilizzato per condire la pasta, in particolare le “trenette”, ma anche sul riso e sui crostini. La diffusione su larga scala ha portato l'industria a offrire confezioni di pesto già pronto, naturalmente non comparabile al pesto fresco, ma forse è meglio accontentarsi piuttosto che rinunciarvi.

    Un prodotto tipico della Puglia è l'olio di basilico. L'olio viene aromatizzato in maniera naturale: in fase di spremitura, fatta rigorosamente con mezzi meccanici, insieme alle olive sono spremute anche delle foglie di basilico, donando all'olio un aroma fresco e intenso. L'olio al basilico viene utilizzato per condire piatti di pasta, pesce e insalate. Nella Francia meridionale il pistou viene usato nelle minestre. Sulla riviera italiana, si usava fare uno spuntino con un panino riempito con pomodoro, sale, olio d'oliva e qualche foglia di basilico: una preparazione certamente gustosa, ormai sostituita da sandwich, panini e tramezzini. Un panino con pomodoro, olio e basilico, è arricchito dai sapori e dai profumi degli ingredienti, sono diversi, sono essenze della terra, ogni stagione diversi e in ogni regione diversi.

    L'aroma del basilico si sposa bene con il pomodoro, e con qualunque piatto a base di pomodoro, con piatti a base di uova, come le frittate o le uova strapazzate, con le melanzane, il pesce - in particolare triglie e aragoste - e tante altre preparazioni. La fantasia e il gusto rappresentano, come sempre, il limite. In commercio si trovano anche foglie di basilico essiccate utilizzate nella preparazione di sughi, stufati e minestre. È buona abitudine aggiungere il basilico alle pietanze all'ultimo momento, poiché tende a perdere il suo caratteristico sapore. Alcuni cuochi evitano di sminuzzare le foglie con il coltello, preferendo di romprerle con le mani in modo da permettere agli olii essenziali di liberarsi più facilmente e sprigionare tutti i loro aromi. Oltre i confini dell'Europa, il basilico è utilizzato in Malesia (selaseh) e in India (babuitulsi). Esiste anche l'aceto di basilico, preparato lasciando macerare delle foglie di basilico in aceto di vino.

    L'utilizzo del basilico non si limita al campo culinario e religioso, ma anche in cosmesi, in erboristeria e in aromaterapia. In erboristeria viene usato come rimedio contro l'alito cattivo, la cattiva digestione, la tosse, il meteorismo, la cefalea nervosa e la cefalea da cattiva digestione. L'infuso delle foglie essiccate viene utilizzato negli stati febbrili, nella nausea e nei crampi addominali. L'olio di basilico è sconsigliato in caso di gravidanza, ai bambini sotto i sei anni, sulla cute particolarmente sensibile. Assunta a dosi elevate, per via interna, l'essenza di basilico può provocare effetti narcotici, per via esterna può avere un effetto irritante per le mucose. La pianta contiene un olio essenziale ricco di estragolo ed eugenolo, oltre che linalolo e terpeni. In cosmesi si usa come tonificante e deodorante: è sufficiente mettere 15 foglie di basilico in un sacchetto di cotone e aggiungerlo all'acqua del bagno. Come tonico per la pelle, alcune foglie di basilico e salvia macerate nell'alcol, successivamente diluito con acqua. Per i capelli, un infuso a base di basilico usato come lozione dopo lo shampoo. In aromaterapia è utilizzato come stimolante.

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    BASILICO INDIANO: Il basilico che combatte l’invecchiamento

    Nel basilico è custodito il segreto per combattere l’invecchiamento. Secondo una ricerca condotta da Vaibhav Shinde del Poona College of Pharmacy, Maharashtra, India e presentata alla Britsh Pharmaceutical Conference conclusosi oggi a Manchester, il basilico (Ocinum sanctum) combatterebbe i radicali liberi ed avrebbe, quindi, un effetto antinvecchiamento. Il basilico, secondo la ricerca che è già stata pubblicata sul Journal of Pharmacy and Pharmacology (JPP), erba aromatica molto usata in cucina e anticamente, in India e in altri regioni dell’Asia, veniva utilizzato come rimedio per ringiovanire, per conservare la bellezza e la salute fisica e mentale. In studi precedenti ricercatori farmaceutici avevano già scoperto che l’estratto di basilico aveva proprietà antiossidanti e in grado di proteggere il cuore, il fegato e il cervello dagli attacchi dei radicali liberi . “Lo studio — ha dichiarato Scinde — conferma le proprietà dell’erba che agisce a livello cellulare e convalida l’uso di questa sostanza per mantenersi giovani e nella medicina tradizionale Ayurvedica“

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    Il basilico (Ocimum basilicum) è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Lamiaceae (o Labiate), coltivata come pianta aromatica ed utilizzata in cucina per la realizzazione di svariati condimenti. Vive in zone della macchia mediterranea.
    In Francia è chiamato anche herbe royale (erba reale) o pistou.

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    Il basilico è considerato a tutti gli effetti una pianta dalle proprietà medicinali e — secondo quanto sostenuto anche da Plinio il Vecchio in alcuni suoi scritti — sarebbero ad esso da attribuire poteri afrodisiaci.

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    Il basilico è originario dell’Asia tropicale: probabilmente fu coltivato inizialmente in Iran o in India e giunse attraverso il Medio Oriente in Europa, particolarmente in Italia e nel sud della Francia attorno al XV secolo; successivamente, nel XVII secolo iniziò ad essere coltivato anche in Inghilterra e, con le prime spedizioni migratorie, nelle Americhe.

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    La sua etimologia deriva al termine di lingua greca βαζιλιχων (basilikon = pianta reale) da cui basileus, re, e — in latino — basilicum, reale, per la grande rilevanza conferita a questa erba.
    Il basilico è una pianta erbacea annuale con foglie ovali lanceolate di 2–5 centimetri di lunghezza. Il colore delle foglie varia dal verde pallido al verde intenso, oppure è viola o porpora in alcune varietà.
    La specie è spontanea in Africa e in India; in Italia è coltivata come annuale.

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    Gli antichi egizi utilizzavano il basilico per le offerte sacrificali.
    I Galli coltivavano il basilico a luglio/​agosto finché è in fiore. I raccoglitori di questa pianta sacra dovevano sottoporsi a rigidi rituali di purificazione: lavarsi la mano con cui si doveva raccogliere nell’acqua di tre sorgenti diverse, rivestirsi di abiti puliti, tenersi a distanza dalle persone impure (ad esempio, le donne durante il periodo delle mestruazioni) e non utilizzare attrezzi in metallo per tagliare i fusti.
    Il basilico era considerato una pianta sacra in quanto lo si riteneva capace di guarire le ferite, soprattutto quelle di archibugio; era quindi un ingrediente dell’acqua rossa vulneraria.
    Elisabetta da Messina, eroina del Decamerone di Boccaccio, seppellì la testa del suo amante in un vaso di basilico annaffiandolo con le sue lacrime.

    Alcune varietà:

    Basilico a piccole foglie, Ocimum minimum, dal gusto che ricorda il limone, diffuso nei mercati, il suo profumo intenso è perfetto per la cucina (soupe au pistou, salse).

    - Basilico a grandi foglie, può arrivare a 10 cm, ha un aroma di gelsomino, di liquirizia e di limone.

    - Basilico porpora, con foglie decorative di color porpora e fiori rosa pallido, ha un aroma dolce ed un po’ piccante, si può usare nelle insalate.

    - Basilico tailandese, l’aroma delle sue foglie ricorda la menta e il chiodo di garofano, e si utilizza con i frutti di mare e nelle minestre esotiche.

    www.musicafotopoesia.com/genova/lanterna/images/basilico.gif

    Il basilico necessita di un clima caldo e soleggiato, mediterraneo o tropicale. Si può coltivare anche in paesi temperati, sia in vaso che in piena terra.

    Necessita di almeno cinque ore d’insolazione quotidiana; luglio-​​agosto è il periodo migliore per la raccolta delle sue foglie da conservare poi in congelatore per i mesi successivi.

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    Attenzione: il basilico soffre il freddo e non resiste se la temperatura scende al di sotto di 10 °C.

    Preferisce un suolo fresco e ben drenato e una esposizione riparata.

    Le piante di Basilico vanno regolarmente cimate, vale a dire vanno asportati gli apici vegetativi ed i fiori che man mano si formano questo sia per consentire una crescita più rigogliosa sia per allungare il ciclo di vita che terminerebbe con la fioritura e la conseguente fruttificazione.

    La propagazione si ottiene per semina in primavera, verso marzo-​​aprile. In un clima temperato, la semina va fatta in serra o in vasi mantenuti ad una temperatura di circa 20 °C. Il trapianto in piena terra si può fare quando la temperatura si è sufficientemente alzata e non c’è più pericolo di gelate notturne, quindi tra aprile e maggio a seconda del clima locale.

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    Un mazzetto di basilico in cucina, pronto per confezionare il saporito pesto, la salsa ligure per antonomàsia. La varietà DOP del basilico genovese è particolarmente indicata per confezionare il caratteristico pesto, il tipico condimento di Genova a base di basilico triturato e mescolato olio di oliva, aglio, sale e pecorino sardo stagionato. Alcuni autori preferiscono unire al pecorino sardo il formaggio grana in parti eguali (uno dei simboli della cucina italiana), con il quale si possono condire svariati tipi di paste asciutte, ma anche tartine e focacce; due ingredienti facoltativi del pesto genovese sono i pinoli ed i gherigli di noce, in alternativa od associati. Va ricordato che il “PESTO” va preparato con tutti questi ingredienti a freddo, “pestandoli” con pestello d’ulivo in mortaio di marmo bianco di Carrara.

    Come erba aromatica fresca si usa nelle insalate, con i pomodori ben maturi, le zucchine, l’aglio, i frutti di mare, il pesce (triglia), le uova strapazzate, il pollo, il coniglio, l’anatra, le insalate di riso, la pasta e le salse (nella vinaigrette, con il limone, o con l’olio d’oliva).

    Si utilizza preferibilmente crudo perché non tollera le lunghe cotture che né attenuano il profumo.

    Nelle pietanze calde, va aggiunto appena prima di servirle per conservare un sapore vivo e fresco.

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    Il basilico è difficile da abbinare ad altre erbe aromatiche, tra cui il prezzemolo, il timo e il rosmarino.

    In frigorifero si può conservare al massimo per due giorni, bene avvolto in un canovaccio da cucina.

    Secco perde completamente il suo profumo, conviene piuttosto congelarlo.

    Lo si può pestare in un mortaio per rompere le cellule che contengono l’olio essenziale e per liberare meglio l’aroma.

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    Il basilico si trova commercializzato in mazzetti, che all’acquisto devono essere turgidi e verdi; può essere anche acquistato in vaso, cosa che né permette l’utilizzo fino all’autunno.

    Il suo olio essenziale è utilizzato per la preparazione di profumi e liquori; dalla distillazione della pianta fresca si ottiene un’essenza contenente eucaliptolo ed eugenolo.

    In India, il basilico è una pianta sacra e non si può utilizzare nell’alimentazione.

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    Per la salute come pianta medicinale :

    le foglie e le sommità fiorite vengono utilizzate per preparare degli infusi che hanno azione sedativa, antispastica delle vie digerenti, stomachica e diuretica, antimicrobica. Utilizzato contro l’indigestione e come vermifugo.

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    Basilico: il pesto ci salva dai parassiti


    Il Basilico (Ocimum basilicum) è l’ingrediente principale del pesto alla genovese, specialità culinaria nota in tutto il mondo. Si tratta di un’erba che da molti anni è tra le più apprezzate sia in cucina che in fitoterapia.Molte sono le tradizioni popolari, dalla Grecia Antica all’India, e tutte hanno fatto uso del Basilico come erba curativa. L‘olio essenziale uccide veramente i vermi intestinali ed è molto usato in Malesia come calmante e tonificante dello stomaco e come trattamento contro le affezioni intestinali. In india viene applicato sulla pelle per uccidere i batteri e curare l’acne. Nelle Filippine un impiastro di Basilico viene impiegato nelle infezioni da tricofizia (affezione cutanea parassitaria originata da tricofiti). A El Salvador la pianta viene messa nelle orecchie per curare la sordità. Uno studio negli Stati Uniti, condotto sugli animali ha dimostrato un’azione stimolante sul sistema immunitario, che si conclude tramite un aumento pari al 20 per cento della produzione di anticorpi. Per la sua presunta efficacia contro i batteri viene usato tradizionalmente nel processo curativo di numerose malattie infettive. Il basilico è una delle molte erbe che contengono sia sostanze cancerogene (forse l’estragolo ha causato tumori epatici nei topi, ma è tutto da dimostrare) che anticancerogene (antiossidanti), nonostante ciò la pianta è considerata generalmente sicura dalla Food and Drug Aadministration.
    Adesso gustiamoci il Basilico con un bel pesto fatto alla mia maniera.
    Gli ingredienti per condire 600 grammi di pasta sono questi:

    Basilico – 4 mazzetti di foglie di basilico fresco
    Olio extravergine di oliva – 1 bicchiere
    Formaggio grattugiato – 3 cucchiai di parmigiano e 3 di pecorino
    Aglio – 2 spicchi
    Pinoli – 1 cucchiaio

    pestate o triturate a vostro piacimento ricordandovi di iniziare con il Basilico, poi aggiungere i pinoli, quindi l’aglio ed infine i formaggi con l’olio extravergine d’oliva (naturalmente italiano) versato lentamente.
    Buon appetito e buona cura!

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    Che sia nell’orto, in vaso sul balcone o sul davanzale di una finestra, se volete coltivare un ortaggio da condimento di estrema facilità e sicuro successo, il basilico è la pianta che fa per voi. Diffusissimo in tutta Italia e praticamente indispensabile per la cucina mediterranea, questa erba aromatica è coltivata in tutte le nostre regioni e finisce immancabilmente per guarnire molte ricette, quando, come nel pesto, non è impiegata come ingrediente principale.

    Originario dell’Asia e conosciuto fin dall’antichità, l’Ocimum basilicum dalle nostre parti è coltivato come annuale. Si tratta di una erbacea cespugliosa e ben ramificata che in condizioni ottimali può raggiungere anche il metro di altezza. Le foglie, opposte, possono presentarsi molto diverse a seconda della varietà: le troviamo ampie o strette, piccole ma anche piuttosto grandi, ovali o appuntite, a margine intero o leggermente dentato, lisce o bollose, tutte comunque di un bel verde lucente. Le varietà più diffuse sono ovviamente il classico Genovese, il “bolloso” Napoletano, il basilico “Violetto” dalle foglie color porpora venate di rosso violaceo, il Tailandese e il Greco.
    Per quanto riguarda le esigenze colturali il basilico è veramente molto facile. Assicurategli un terreno fertile, ricco di humus e fresco anche se cresce bene in ogni terreno con l’eccezione di quelli troppo argillosi o, al contrario, troppo sabbiosi, terreni questi molto lontani dalle sue richieste idriche, che sono abbastanza elevate ma che non devono mai sfociare nel ristagno.
    Il periodo migliore per la semina va da febbraio-marzo (in semenzaio) a fine maggio-inizi di giugno per la semina all’aperto, visto che la germinazione ottimale del seme (che in realtà è un achenio) avviene intorno ai 15°, temperatura minima anche per la buona crescita delle piante. Una volta formate 3 o 4 coppie di foglie è possibile trapiantarlo a dimora a una distanza di 20-25 cm tra pianta e pianta o in vasi di 25 cm di altezza, annaffiando costantemente nei primi giorni poi, quando ha attecchito, ogni volta che il terreno appare quasi asciutto. Prestate maggiore attenzione, in tal senso, alle piante coltivate in vaso, più facilmente soggette alla “crisi” idrica.
    Il basilico richiede una posizione calda e soleggiata anche se è bene ricordare che se esposto ad un’elevata intensità luminosa per tutto il giorno verrà stimolato a una più rapida fioritura; garantendogli al contrario una leggera ombreggiatura nelle ore più calde della giornata, si otterrà la formazione di foglie più ampie e una maggiore produzione delle sostanze aromatiche.
    Altra operazione fondamentale da fare è la cimatura da compiere quando le piante hanno raggiunto la 6° coppia di foglie; in breve tempo cresceranno gemme ascellari che subiranno la stessa sorte non appena inizieranno a sviluppare l’infiorescenza. Se si lascia produrre i fiori alla pianta infatti essa cesserà quasi del tutto di produrre gli aromi anche se consiglio di far produrre i semi almeno ad una pianta, da utilizzare la stagione successiva. Le foglie si prelevano al momento del bisogno e partendo da quelle più in basso, le più vecchie, in ogni caso prima che perdano colore e aromi. È comunque possibile conservare le foglie seccate, surgelate o in un vasetto ripieno di olio extravergine di oliva.
    Infine per scoprire le sue qualità salutari vi rimando al post di Franco.

    http://ortosulterrazzo.files.wordpress.com...05/dscn1117.jpg
     
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    CITAZIONE (myaxx @ 27/4/2011, 09:33) 
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    Voglio vedere se adesso non ci vedono su google immagini.........
     
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    CITAZIONE (RedDoll @ 27/4/2011, 13:13) 
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    Ho appena visto adesso che mio papà ha comprato delle bellissime piantine di basilico da 2-3 cm l'una...sono ancora piccolissime ed hanno appena 4 foglie di cui 2 già belle grosse...
     
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    Anche quest'anno il basilico non smette di stupire!! nonostante la siccità impressionante, tutti i pomodori bruciati e anche tutte le altre colture, il basilico è l'unico che tiene duro! su 32 piante comprate, ce ne sono ancora 32 verdi e sanissime!
    Mangeremo tanto pesto... :)
     
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    visite su visite e non ho mai uppato una volta negli ultimi 4 anni!!! Una vergogna...

    Un pò perchè di basilico ne coltiviamo pochissimo adesso...l'anno scorso per esempio 8 piante...quest'anno siamo li..o anche meno, sebbene ora abbiamo tutta la casa.
    Semplicemente mio papà si sta stufando dell'orto e pure io.
     
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    Adesso le piante le abbiamo solo in vaso praticamente...molto più pratico e attira meno zanzare!
     
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    E anche quest'anno una miseria...poche piante lasciate andare nell'orto...
    Le uniche che vanno sono quelle nei 2 vasi grandi dietro casa (dato che ora è tutto nostro)
    E sono ancora lì, più avanti forse faremo il pesto anche se sono troppo poche o comunque decideremo..
     
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    re dei cobra divinità delle pescate mattutine!

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    io il pesto l ho fatto solo una volta che qui vicino al laghetto avevamo impiantato anni fa un botto di piantine che erano cresciute alla grande..poi piu nulla....ora ho solo un po in vaso ma una miseria.
     
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    Sì, adesso il mio orto tornerà ad essere giardino come vent'anni fà...mai più orti, sozzerie, perdite di tempo e ammucchiate di zanzare ed insetti.
     
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    pure io ormai è da anni che nn c è piu l orto qui
     
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16 replies since 25/6/2010, 17:03   961 views
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